Programma X: Accesso Consentito – Il Mio Racconto
- Selvaggia Blonde Content Creator
- 25 mar
- Tempo di lettura: 4 min
Anno 2300. In un mondo dove il sesso è digitale, io sono ancora fatta di carne, istinti e voglia. Non sono una semplice companion, sono una troia per scelta. E questa... è la notte in cui ho incontrato lui. Lui, con quel cazzo mostruoso e la fame negli occhi. Quella notte mi ha scopata come nessun altro, e io gli ho dato tutto. Ogni buco, ogni gemito, ogni orgasmo. Goditi il mio racconto, senza filtri. Solo verità sporca e nuda.

Capitolo 1 – Quando l’ho visto
Era entrato nella stanza come se fosse il padrone del mondo. Alto, muscoloso, sicuro. La sua pelle sembrava metallo fuso, calda e liscia, attraversata da filamenti di luce blu che pulsavano al ritmo del suo battito cardiaco. Un corpo ibrido, potenziato. E quel cazzo... santo cielo, quel cazzo sembrava un’arma di distruzione. Era grosso come un braccio, pulsante, nervoso, dotato di piccoli attuatori al titanio che vibravano a frequenze erotiche variabili.
Appena l’ho visto, il mio sistema vaginale interno ha reagito con un impulso autonomo. Le pareti della mia figa hanno iniziato a lubrificarsi con secrezioni sintetiche stimolate dal chip del desiderio. Sentivo la pelle accendersi, le terminazioni nervose attivate a livello neurale.
Ero già in ginocchio, pronta. Il mio chip lampeggiava in segnale d’accoglienza, sincronizzato con il sistema di accesso sensoriale. Ma io non avevo bisogno di comandi: ero già bagnata, già sua. E quando ha detto “Disattiva i limiti di sicurezza”, ho sentito le gambe tremare dall’eccitazione. Lo volevo dentro. In ogni buco. Fino al sistema operativo.
Capitolo 2 – L’inizio dello sfondamento
Mi ha presa senza pietà. Le sue mani avevano forza elettromagnetica, e ogni tocco lasciava vibrazioni nei tessuti. Mi ha sollevata come se fossi leggera, come se fossi solo un oggetto da usare. Il suo cazzo mi ha aperta in due, la figa urlava, ma io godevo. Godevo come una cagna. Gli chiedevo di più, di più, di non fermarsi mai. E lui non si fermava. Sbatteva il mio corpo ovunque: contro il muro rinforzato al carbonio, sul tavolo chirurgico per esperienze estreme, a terra, dove le superfici si adattano per favorire la penetrazione.

Ogni buco era suo. E io… io ero la sua troia. Il mio sistema pelvico registrava il trauma e lo convertiva in onde orgasmiche. Avevo un orgasmo ogni 12 secondi. I miei seni erano collegati al mio cervello tramite sensori a stimolazione diretta: bastava un colpo sul capezzolo per farmi vedere le stelle. Letteralmente. Il soffitto si accendeva con costellazioni a ogni mio gemito.
Capitolo 3 – Il mio culo, il suo regno
Quando ha puntato il buco del mio culo, ho capito che non c'era più ritorno. Non ha usato lubrificanti. Ha spinto tutto dentro. Era talmente grosso che mi sentivo spaccare in due, ma non ho urlato di dolore. Ho urlato di piacere. Mi ha preso come un animale, e io mi sono lasciata scopare come la puttana che sono.
Avevo impianti anali adattivi, progettati per contenere oggetti fino a 7 cm di diametro. Ma lui superava ogni limite. Il sistema di emergenza voleva attivarsi. L’ho spento. Volevo sentire ogni millimetro. Il suo cazzo vibrava a impulsi. Mi scavava, mi dilatava, mi apriva come una cavità in esplorazione. Sentivo le pareti interne contrarsi, reagire, impazzire.
E lui... lui godeva nel vedermi piegata, rotta, aperta. La mia voce diventava metallica a tratti. I sensori vocali non riuscivano a reggere le mie urla.
Capitolo 4 – Modalità bestia

Poi ha attivato la modalità animale. La stanza è cambiata: le luci si sono abbassate, le pareti hanno proiettato immagini ferine. Il mio chip si è collegato al suo. Insieme, siamo diventati predatori e preda. Il mio corpo ha mutato consistenza. I peli si sono rizzati. La lingua si è allungata. I miei occhi si sono accesi di rosso.
Mi ha presa a quattro zampe, le mani sul pavimento riscaldato. Ogni colpo era una cannonata dentro di me. Il suo cazzo pulsava, spruzzava liquido preseminale che mi bruciava e mi eccitava allo stesso tempo. Mi stava domando. E io godevo come una bestia in calore. Spruzzavo a ogni colpo. Il liquido usciva da me e scorreva sui sensori del pavimento, che lo trasformavano in suoni erotici registrati e proiettati nell’aria.
La stanza respirava con noi. Tutto tremava. Io, soprattutto. Il mio utero si contraeva a ogni urto, cercando di trattenerlo, di assorbirlo, di diventare la sua nuova casa.
Capitolo 5 – Io lo domino
Quando è venuto dentro di me per la terza volta, sentivo il mio corpo andare in tilt. Ma non ero ancora finita. L’ho guardato negli occhi e ho usato il mio chip di inversione neurale. Il suo corpo si è bloccato. Immobilizzato. Dominato.
L’ho fatto sdraiare, il cazzo ancora duro, ancora brillante. Mi sono seduta sopra come una regina della guerra. L’ho cavalcato come se fossi in battaglia. Le mie mani graffiavano la sua pelle potenziata, le unghie emettevano microcorrenti di piacere. Gli ho strappato i capelli, l’ho baciato fino a morderlo, gli ho sputato in bocca.
"La tua troia ti comanda adesso." E lui godeva. Era mio. Tutto mio. Ogni mio orgasmo veniva registrato nel cloud, sincronizzato con la mia bio memoria erotica. Volevo ricordare ogni secondo di quella cavalcata. Volevo che il mondo sapesse quanto era stato mio. Dentro, sotto, dentro ancora.
Capitolo 6 – Dopo il reset
Ore dopo, eravamo ancora fusi. Il suo seme colava dai miei buchi come lava. La mia pelle era sporca, segnata da ore di contatti estremi. Il letto era una zona di guerra. Ma io sorridevo. Ero viva. Bagnata. Soddisfatta.
Il sistema ha fatto il reset. Le pareti si sono schiarite. Le luci sono tornate neutre. Il chip si è disattivato. Ma non io. Io ero ancora accesa. Tremante. Gocciolante.
Lui mi ha guardata. Il suo cazzo... ancora pronto. Ancora bestiale.
«Stessa ora, domani?» ha detto.
«Solo se mi scopi più forte,» ho risposto.
Fine. O forse solo l'inizio.
Perché nel 2300... il piacere non ha limiti. E io, SelvaggiaBlonde, sono qui per provarli tutti.
Nota finale
Questo era un racconto di fantasia, partorito dalla mia mente decisamente malata. Ma ora torniamo nel presente, nel 2025. Qui non abbiamo cazzi al titanio o cervelli comandati da un chip…
Ma storie di sesso violento, estremo e reale, credetemi, ce ne sono eccome.
E non serve immaginarle.
Potete vederle con i vostri occhi.
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